Il riscaldamento globale ci renderà più poveri? - (museoleonardo.it)
I modelli economici hanno sottostimato l’impatto del riscaldamento globale sui risparmi, secondo uno studio. Ecco le cifre
Negli ultimi anni, il dibattito sul riscaldamento globale è diventato sempre più urgente e centrale nelle agende politiche e sociali di tutto il mondo. Recenti studi, tra cui uno pubblicato su Environmental Research Letters, hanno messo in evidenza un aspetto inquietante: i modelli economici utilizzati fino ad ora per valutare l’impatto dei cambiamenti climatici sui nostri risparmi hanno sottostimato in modo significativo le conseguenze economiche di un aumento della temperatura globale.
Solo attraverso una maggiore consapevolezza, le persone possono comprendere l’importanza di un’azione collettiva e le conseguenze di un approccio passivo di fronte a questa crisi globale. In un contesto di crescente instabilità economica e sociale, è essenziale che cittadini, imprenditori e politici collaborino per affrontare le sfide poste dal riscaldamento globale, trasformando la crisi in opportunità per costruire un futuro più sostenibile e prospero.
Le proiezioni più recenti suggeriscono che, se la temperatura dovesse aumentare di 4 °C rispetto ai livelli preindustriali, il cittadino medio potrebbe trovarsi a fronteggiare una riduzione del 40% del proprio reddito, un dato allarmante e quasi quattro volte superiore alle stime precedenti che si attestavano su un modesto 11%. Anche nel caso di un incremento “più contenuto” di 2 °C, che appare sempre più realistico, il PIL pro capite potrebbe subire un calo del 16%, un dato drammaticamente superiore rispetto all’1,4% previsto in passato.
Ma quali sono le ragioni di tali stime così pessimistiche? La chiave di volta risiede nell’analisi dell’impatto degli eventi climatici estremi sulle catene di fornitura globali, un aspetto che i modelli economici tradizionali non avevano preso in considerazione. Timothy Neal, coordinatore della ricerca, sottolinea come le analisi condotte in precedenza avessero trascurato l’impatto sistemico dei cambiamenti climatici, limitandosi a considerare le conseguenze locali. Fenomeni come inondazioni, siccità ed eventi meteorologici estremi non si fermano ai confini nazionali ma hanno ripercussioni globali. Questo approccio riduttivo ha portato a politiche climatiche insufficienti e poco incisive, che non tengono conto della complessità e dell’interconnessione delle economie mondiali.
La globalizzazione climatica è un concetto che offre una nuova prospettiva sull’interconnessione tra i vari Paesi. Alcuni economisti sostengono che le perdite economiche causate dal riscaldamento globale potrebbero essere compensate in parte dai benefici che alcune regioni fredde, come il Canada e il Nord Europa, potrebbero trarre da temperature più elevate. Tuttavia, Neal contesta questa visione ottimistica, evidenziando come il global warming influisca negativamente su tutte le economie, poiché sono tutte intrecciate attraverso le reti commerciali globali. Un esempio lampante è rappresentato dalla siccità che colpisce un Paese produttore di grano, come la Cina: tale evento non solo influisce sull’economia locale, ma provoca un effetto domino che arriva fino all’Italia, dove i prezzi dei cereali possono impennarsi, influenzando il costo della vita e il potere d’acquisto delle famiglie.