
Le sculture e i dipinti scampati alla guerra grazie ad una forza speciale (museoleonardo.it)
Un mini-esercito di circa 350 soldati, tra cui storici d’arte e restauratori, formò i Monuments Men nel 1942 per salvare i capolavori.
Salvarli dalla guerra e dalle ruberie naziste in Europa. I più celebri capolavori restituiti includono opere di Leonardo da Vinci, Michelangelo e Botticelli. Durante la Seconda Guerra Mondiale, un gruppo di uomini e donne, noti come i Monuments Men, si impegnò con determinazione per salvare il patrimonio artistico dell’Europa dalle grinfie dei nazisti.
Questo mini-esercito di circa 350 soldati, storici dell’arte, archivisti, restauratori e direttori di musei, operò sotto l’egida delle Forze Alleate a partire dal 1942. Tra di loro c’erano anche italiani, che, con grande coraggio, si opposero alla barbarie della guerra per proteggere capolavori inestimabili. Ecco dieci opere d’arte che furono salvate dalla distruzione e dal saccheggio.
Ecco le opere scampate alla guerra
Uno dei dipinti più iconici di Leonardo da Vinci, la “Dama con l’ermellino”, fu confiscato dai nazisti durante l’invasione della Polonia nel 1939. Inizialmente trasferito a Berlino su richiesta di Hermann Göring, il dipinto subì un lungo e tortuoso percorso prima di tornare in Polonia. Fu finalmente restituito a Cracovia nel 1946, grazie all’intervento del polacco Karol Eistreicher, che lo riportò avvolto in bandiere polacca e americana, simbolo della liberazione e della speranza.
La statua di San Giorgio, realizzata da Donatello, fu rubata nell’agosto del 1944 dalla villa di Poggio a Caiano, in Toscana. Dopo un lungo periodo di nascondiglio in Alto Adige, venne ritrovata nel maggio del 1945 da Frederick Hartt, un membro dei Monuments Men, a Neumelans. Il 20 luglio dello stesso anno, la statua tornò a Firenze a bordo di un treno carico di opere d’arte recuperate, e oggi è esposta al Museo del Bargello, dove continua a incantare visitatori da tutto il mondo.

La celebre scultura della Madonna di Bruges fu sottratta dalla Chiesa di Notre-Dame nel 1944. Ronald Balfour, membro dei Monuments Men, arrivò troppo tardi per salvarla, ma grazie a un’accurata ricerca, fu rinvenuta su un materasso in una miniera di sale ad Altaussee, in Austria, da un team di esperti tra cui Robert Posey e George Stout. La statua fu restituita alla chiesa belga, dove oggi continua a richiamare l’attenzione per la sua bellezza senza tempo.
Questi capolavori, salvi grazie all’operato instancabile dei Monuments Men e dei coraggiosi italiani, testimoniano non solo la bellezza dell’arte, ma anche la determinazione di coloro che hanno rischiato tutto per preservare la cultura e la storia in un periodo buio della nostra storia. La loro eroica missione ha garantito che opere come la “Dama con l’ermellino” e la “Madonna di Bruges” potessero continuare a ispirare generazioni future, dimostrando che l’arte è un patrimonio da proteggere e celebrare, anche nei momenti più difficili.